Continuità. E’ sta questa la parola d’ordine ad Avellino tra la fine della scorsa stagione e quella che sta per iniziare. Una continuità sulla base dei giocatori e sulla base dello staff tecnico che ha sorpreso tutto e tutti con un campionato al di sopra di ogni aspettative a fronte anche dei tanti problemi che si sono avuti in corso d’opera. Problemi che non sono certo mancati quest’anno dopo la conferma di coach Vitucci, dell’arrivo di Tucci in panchina al posto dell’Hall of Famer Zorzi, e della conferma della stragrande maggioranza del pacchetto atleti che in terra irpina hanno infiammato i cuori dei tifosi biancoverdi. Problemi ovviamente legati al ‘Dio denaro’ che hanno portato qualcuno ad alzare la voce cosi come è stato riportato su altri organi di stampa, ma che la cui risoluzione spetta in altre sedi e non certo quella dell’analisi del campionato che sta per avvicinarsi a grandi falcate al nuovo nastro di partenza. Nastro di partenza che vedrà ancora una volta in Campania un piccolo grande uomo che a Caserta tutti conoscono per il suo trascorso in maglia bianconera: Valerio Spinelli.
«Sono molto contento – esordisce l’ex playmaker anche dell’Angelico Biella – perché rispetto allo scorso anno non siamo cambiati più di tanto, anzi possiamo dire che sostanzialmente siamo gli stessi. Quella della continuità è stata una decisione importante e di valore per continuare sulla stessa strada della passata stagione. Certo al momento mancano ancora dei giocatori per vari motivi, ma per il resto del gruppo il lavoro procede bene».
Quanto conta dal punto di vista del gioco e delle motivazioni conoscersi a fondo dopo una stagione come quella che si è conclusa qualche mese fa?
«Conta tantissimo. Si risparmia sul tempo che generalmente si impiega per conoscere i nuovi compagni, le proprie abitudini in termini di gioco, ma soprattutto si parte da una amalgama di spogliatoio già di buon livello dalla quale partire per la nuova avventura».
Pensando proprio a quello che è stato lo scorso campionato, quale caratteristica di sicuro l’Air non perderà alla prima palla due del nuovo torneo?
«Penso e spero quella che ci ha contraddistinti per tutta la stagione scorsa: non mollare mai fino all’ultimo secondo. Non ci siamo mai arresi davanti a niente e nessuno e quindi questo ci ha dato quel qualcosa in più che spero che si possa ripetere anche quest’anno».
Da cosa è derivato questo vostro ‘non mollare mai’?
«Dipende dai giocatori. E’ una cosa che ce l’hai o non ce l’hai. E visto che il gruppo è rimasto praticamente lo stesso, fa ben sperare sulla presenza di questa caratteristica anche per il futuro».
Su chi punteresti come ‘faro’ per la prossima stagione?
«Il gruppo viene prima di tutto. Ci conosciamo bene, ma credo che fino a che è stato in campo Troutman è stato un giocatore di livello e spero che possa tornare ad esserlo anche quest’anno».
Da avversario sicuramente avrai avuto modo di dare un’occhiata al roster della nuova Juve. Che te ne pare?
«Hanno cambiato tantissimo, ma alla fine sono riusciti a mettere assieme un gruppo di talento e di qualità. Ci sono giocatori che possono mettere in campo domenica dopo domenica una buona pallacanestro, hanno una società presente alle spalle ed un allenatore di grande qualità. Quindi direi che è una buona squadra».
Ad Avellino giochi fianco a fianco con Green, a Caserta hanno scelto Collins. Cosa vuol dire affidare la squadra ad un giocatore del genere?
«Sono degli atleti pericolosi. Veloci, con buon tiro, ma che soprattutto fanno giocare bene la squadra. A prescindere dalla statura, credo che la cosa importante è affidare la squadra nelle mani di un giocatore che seppur piccolo, ma conosce alla perfezione questo campionato».
Tra due settimane ci sarà il torneo di Lecce al quale prenderà parte anche Caserta. Quali le aspettative per questo appuntamento?
«Per noi è un appuntamento importante perché ci permetterà di mettere delle cose a posto. Purtroppo causa nazionali ed infortuni, come per esempio quello di Lorbek, non abbiamo svolto tanti allenamenti al completo. Quindi saranno dei test per capire il grado di preparazione raggiunto».
Domenico Pezzella