In un mese siamo passati da una possibile squadra alla deriva, alle prese con una campagna acquisti decisamente in tono minore, dedicata al ‘si salvi chi può’, ad una compagine che prende forma sotto una luce veramente interessante. E’ chiaro che il giudizio deve essere necessariamente rimandato di due step: il primo è quando si sapranno i nomi dei due americani che completeranno il roster e poi, quello veramente veritiero, del campo, unico giudice supremo ed insindacabile. Si perde nella notte dei tempi la quantità di squadre che in preseason hanno fatto parlare bene di sè salvo poi sgonfiarsi, paurosamente, quando c’erano i due punti in palio. Ecco, fatte le dovute premesse, si può comunque dare un primissimo, sommario, giudizio: benissimo così appunto per quanto detto in precedenza. Non era facile prevedere una costruzione simile del roster non più tardi di un mese fa. E’ un gruppo che intriga soprattutto per le doti umane che si possono già riscontrare. Praticamente tutti i giocatori firmati hanno scelto la Juve riducendosi soldi dall’ultimo ingaggio mentre, in altri casi (vedi Fletcher e Collins), hanno preferito guadagnare di meno ma avere un ruolo da protagonisti. E, nel mezzo, c’è l’egregio lavoro di Pino Sacripanti capace di far quadrare clamorosamente i conti e mantenere un buon gruzzoletto da investire sugli americani. Un piccolo miracolo di questi tempi anche se, logicamente, sarà solamente il campo a dire se il coach canturino ha fatto bingo.