La Pepsi saluta Di Bella e si prepara alla rivoluzione



Fabio Di Bella lascerà la Pepsi

Dopo 3 anni di alti livelli, di penetrazioni ficcanti, di contatti al limite, di quei tiri liberi preceduti dal “polso spezzato” alla Ray Allen, di furti sfondamenti e quant’altro, il capitano Fabio Di Bella lascia la casacca bianconera. Insostenibile la situazione che si è venuta a creare tra l’entourage del giocatore (in primis il suo agente Santrolli) e la componente bianconera sia societaria che dei tifosi. Le presunte spettanze arretrate, l’ancor più presunta lettera minatoria, la voglia di vincere qualcosa a 33 anni, magari in una squadra di vertice in cui non sia costretto a essere sul parquet per tanti minuti: queste le probabili motivazioni che spingono Di Bella lontano dalla reggia. Una città che l’ha rilanciato dopo anni bui tra Milano e Bologna solo andata. Una città che l’ha eletto capitano per quello spirito da gladiatore che non ha mai fatto un passo indietro, che si è aggrappata sempre a lui nei momenti di difficoltà, magari quando serviva una bomba pesante o una difesa aggressiva. In campo sempre per tanti minuti, con il dolore di infortuni mai recuperati, con la stanchezza del doppio impegno, sempre con quello sguardo felino pronto a spingerti oltre il limite. Adesso non conta dove sarà il suo destino. Se alle spalle di Omar Cook a Milano (dipende da Giachetti), se come seconda spalla di Cinciarini a Cantù, o altrove. Quello che va fatto al nativo di Pavia è solo un immenso ringraziamento per la magia che ha regalato, non, come già sono apparsi nei numerosi commenti su Facebook e twitter tanti messaggi che inneggiano a lui come mercenario e nuovo Michelori.

Beh, con Di bella oramai lontano da Caserta, già si paventavano i nomi italiani che il suo buyout avrebbe potuto portare a Caserta: Antony Maestranzi e Valerio Amoroso. E, citando Galliani e Rajola che del mercato (seppur calcistico) sono i signori, “Al 99% non vestiranno la maglia bianconera”. Il primo, che circa un’anno fa sulla Gazzetta dello Sport ricordava come Caserta, specie nel palamaggiò fosse molto simile allo United Center della sua Chicago (il palazzetto di Micheal Jordan), seppur giochi già per la nazionale italiana, dovrà aspettare la fine dell’Europeo (se Pianigiani lo confermerà nei 12 finali) per potersi definire “Italiano al 100%” e al momento è ancora considerato come un passaportato. Quindi la Juve per prenderlo, dovrebbe aspettare la fine dell’Europeo e sperare che fino ad allora rimanga libero. Ipotesi remota, dato che la Virtus Roma del nuovo corso Lardo (in panchina) e Riva (come Gm) ha già messo gli occhi sul cecchino ex Jesi e Montegranaro. Per Valerio Amoroso, il discorso è già chiuso. Premesso che il lungo viaggia già a cifre elevate, e considerando che la priorità al momento non è quella di un lungo, la Juve non lo avrebbe considerato. Se poi analizziamo anche che la sua avventura bolognese è finita e che sembra oramai vicinissimo il suo ritorno a Teramo (questione di ore) possiamo tirare le somme e dire che il giocatore salernitano (tra l’altro poco simpatico al pubblico) non vestirà la maglia bianconera.
Quindi il quintetto della Juve dell’anno prossimo sarà nuovo di zecca, e se Fletcher ha iniziato la sua telenovela dicendo un giorno di essere prossimo alla Juve, un altro alla Turchia, possiamo immaginare come ci vorrà tutta la preveggenza di Pino Sacripanti nell’individuare quei giocatori americani che sappiano infiammare il pubblico che al momento può gioire solo per il suo nuovo capitano: Aaron Doornekamp.   

 




error: Content is protected !!
P