23 tiri contro 4, circa il 90% di possesso palla, 4 pali,una traversa 2 salvataggi sulla linea….Basterebbero queste cifre per capire che razza di ingiustizia sportiva si è concretizzata all’ Euro village di Torino dove il Cus Caserta esce sconfitto ai rigori ad opera di un Cus Perugia umile nell’ammettere la netta inferiorità e bravo ad impostare una partita esclusivamente difensiva.
LA CRONACA: Caserta recupera tutti gli infortunati e parte con un quintetto marcianisano (Gigliofiorito-Salzillo-Campanile-Scialla con Carusone tra i pali). Il copione della gara è scontato: il Perugia si difende (bene) sotto il tiro franco, non lascia spazio alle manovre casertane che girano tanto palla e cercano l’imbucata per Scialla che però riesce solo occasionalmente. Le occasioni fioccano, ma sono soprattutto tiri da fuori ed uno due propiziati da Campanile e Gigliofiorito che provano a sfondare usando il gioco col pivot. Si capisce da subito che la porta è stregata perchè spesso la palla danza sulla linea o finisce a fil di palo o colpisce i legni e quando si riesce a centrare la porta l’estremo difensore umbro, di gran lunga il migliore in campo, vola da un palo all’altro. I (pochi) cambi di mister Ventimiglia non riescono a modificare il copione della gara perchè anche l’ottimo Crispino non riesce mai a trovare la via della rete. Perugia rinuncia totalmente al gioco offensivo e sembra che il goal casertano sia solo questione di secondi ed invece a 7 secondi dalla fine del primo tempo (!!!) arriva anche la beffa: rinvio del portiere, tiro senza pretese da metà campo, deviazione di Crispino poi di Carusone, palla che finisce sul palo e termina in rete. La ripresa è un assalto a fort Apache e se prima la linea difensiva del Perugia era all’altezza del tiro franco, adesso è quasi in area di rigore: ciononostante si continua come nella prima frazione: deviazioni, pali (Campanile), traverse (Scialla) e parate incredibili del portiere avversario. La cosa paradossale è che Perugia rinuncia completamente anche alle azioni di rimessa, regalando palla al portiere casertano, quasi a volerli sfidare a venire avanti. Il goal del pareggio arriva su un raro errore di disimpegno: recupero di Crispino che subisce un pestone nell’occasione e palla a Gigliofiorito che non sbaglia. Gli ultimi minuti possiamo saltarli perchè sono esattamente uguali ai primi: dominio, occasioni sprecate, sfortuna: si arriva ai calci di rigore. In panchina si respira una brutta aria, quasi di sconfitta annunciata dovuta in parte alla rassegnazione di chi capisce che non è giornata, in parte alla consapevolezza che i 2 portieri ci arrivano con stati d’animo opposti, in parte anche alla stanchezza. Mister Ventimiglia fa fatica anche a trovare 5 rigoristi, ma purtroppo ne bastano 4 perchè, dopo il goal di Gigliofiorito, Scialla, Crispino e Campanile sbagliano ed il Perugia accede alla finale
LE INTERVISTE: MISTER VENTIMIGLIA: E’ andata così e fa male uscire; il Perugia è stato bravo perchè ha capito che l’unico modo per poter passare era non giocare ed affidarsi alla difesa ed a qualche ripartenza. Sotto questo punto di vista sono stati fantastici e meritano di giocarsi la finale. Io ringrazio tutti i ragazzi perchè ci hanno messo l’anima e sono delusi perchè eravamo davvero i più forti a detta di tutti, però a volte l’episodio ti indirizza la gara. Non è ovviamente solo sfortuna perchè a mio avviso abbiamo sbagliato troppo sotto porta e siamo stati lenti nel muovere la palla però, ripeto, se oggi fosse finita 10 a 1 nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo ed invece si torna a casa con un bronzo che non voglio nemmeno vedere”
CAMPANILE: ” Molti loro giocatori e un loro dirigente ci hanno chiesto addirittura scusa perchè non hanno giocato. Hanno ammesso di essere talmente inferiori da non poter impostare la gara in maniera differente e questo, se possibile, rende la sconfitta ancora più amara
GIGLIOFIORITO: Non è stata solo sfortuna; siamo stati un pò imprecisi sotto porta ed alla fine è pesato
BELLOFIORE: Non ho mai visto una cosa del genere, avremmo potuto giocare altri tre giorni e la palla non sarebbe mai finita dentro. Che rabbia uscire così.
LEPORE: Ad un certo punto sembrava un allenamento: il portiere loro che rilanciava la palla al nostro che ci faceva ricominciare l’azione: ha vinto il non gioco !!!