L’editoriale: calcio spettacolo, leader e delusioni



Grassadonia, esperienza negativa a Caserta

Ventiquattro ore dopo la disfatta è tempo di riflessioni. Il processo alla squadra non ammette repliche: in campo si sono visti undici fantasmi che sono riusciti a ‘suicidarsi’ davanti al proprio pubblico. Un’umiliazione che il pubblico e la città di Caserta non meritano.  Vogliamo invece approfondire il discorso tecnico con Gianluca Grassadonia finito (giustamente) a furor di popolo sulla gogna. Tralasciando i numeri, a cui verrà dedicato un apposito articolo nelle prossime ore, è giusto fare alcune riflessioni. Il ‘salernitano’ ha preso il posto di Cioffi a cui la società chiedeva un gioco più spumeggiante. Grassadonia si era presentato al ‘Pinto’ come autentico ‘messia’, come colui che avrebbe restituito la brillantezza di inizio anno. Sin dall’esordio con la Nissa invece ecco il consueto “palla lunga e pedalare”. Pur vero che in organico mancava un fantasista, un degno compagno di Corsale, ma oltre ai risultati è venuto a mancare anche un minimo di gioco. Subito dopo la debacle con il Sambiase, il mister ha parlato di mancanza di leader, dell’assenza di quei calciatori che avrebbero dovuto far fare il salto di qualità al gruppo. Frasi che ad onor del vero hanno sorpreso e che sono sembrate una scappatoia per giustificare i propri errori. Se vogliamo dirla tutti, i leader nel gruppo ci sono eccome. Basti pensare che per l’ennesima domenica è stata schierata una formazione completamente sbagliata. Sono stati snaturati alcuni ruoli dei calciatori ed ecco i risultati. Un esempio? Insistere con Tufano centrale. Lo sanno anche le pietre che le caratteristiche di Marco sono quelle di un esterno. Grassadonia invece ha preferito sacrificare Cordua (che stava benissimo e dopo l’infortunio era pronto a ‘mangiarsi’ campo e avversari) per i suoi soliti esperimenti. A Benevento l’ex Avellino se l’era cavata discretamente, ma quel match proprio non faceva testo. Inoltre avrebbe potuto sfruttare Pontillo (entrato ormai a frittata fatta) e lo stesso Risi, che in mediana è tra i migliori in assoluto. Per non parlare poi di Corsale terzino sinistro visto anche di recente o lo stesso Risi esterno basso a destra o addirittura al centro della difesa. Altro errore è stato quello di preferire D’Isanto a Siano. L’attaccante stava attraversando un ottimo momento, aveva ritrovato fiducia in se stesso con quattro gol consecutivi e avrebbe potuto dare una grossa mano. Grassadonia che fa: inserisce D’Isanto che fin dal calcio d’inizio è apparso spento regalando un uomo ai calabresi. Una menzione speciale inoltre per Sarli. Ormai erano mesi che il bomber di Corigliano (tranne la parentesi con il Noto) non era al massimo della forma. Dopo un primo tempo abulico, svogliato e poco propositivo, qualunque tecnico che sappia leggere l’incontro lo avrebbe sostituito. Altro che leader…In fin dei conti la delusione nell’ambiente rossoblù si taglia a fette. Una costante che negli ultimi anni è sempre stata presente. Quello che fa ancora più male è sentirsi traditi da chi aveva promesso e non mantenuto. E non ci riferiamo certo alla famiglia Verazzo senza la quale avremmo probabilmente commentato un torneo di primo o seconda categoria. Il presidente e i suoi figli vanno semplicemente ringraziati, tutti gli altri hanno miseramente fallito.




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