Caserta affronta la corazzata Kazan senza paura, con la stessa verve che aveva già dimostrato contro il Khimki. Coach E.Pashutin mischia le sue carte, quintetto atipico con Popovich, Z.Pashutin, McCarty sugli esterni, Maciej Lampe e Veremeenko a fare i piloni in vernice. Si soffre fin da subito. Sono i centimetri del polacco e del bielorusso a mettere in difficoltà la Juve che becca i primi 10 punti proprio dal duo in avanscoperta, ma gli 1vs1 di Di Bella e Jones servono a tenere le mani sul manubrio, 7-10 al 3’. Contro l’assidua ricerca del pick and roll da parte dei russi, Sacripanti inizia col pressing e con una difesa più mobile. Si svegli anche Williams che da sotto fa valere i suoi centimetri e subisce parecchi falli, ma la mano calda di Popovic e la solita precisione di Lampe,valgono il +5 dell’Unics. McCarty è silente, si sveglia solo con l’uscita dal campo di Ere, che ben lo aveva marcato, ma è proprio l’ex Khimki a farsi vedere con due lampi nel nulla nel finale che valgono il 18-22 al primo ministop. Con un Bowers assente e fuori gara, ci pensa il solito Jones a fare la voce grossa, e sul pressing è alto il numero delle palle perse dei russi, che si affidano ancora a Veremeenko per tornare a mettere punti sul tabellone. Sotto sempre di due possessi, punita forse oltremodo dalle schicciate in contropiede e dalle triple di McCarty e Lyday, è la panchina a dare la scossa, e se Garri è da dimenticare, Koszarek con le sue penetrazioni e il catch and shoot di Colussi, producono una nuova parità. Si resta appaiati, e con le squadre che rimangono carichi di falli, si tira tanto dalla lunetta. Caserta paga qualcosa con qualche errore di troppo, ma alla pausa lunga è sotto solo di 2, 44-46, con la magia sulla sirena di Koszarek. Coach Pashutin cambia tutto nella ripresa, non rientrerà McCarty né Lampe, Popovic farà la spola solo nel finale, largo alle seconde linee Samoylenko, Rizvic e allo stralunato Lyday, ma alla ripresa delle ostilità al contrario del solito è Caserta a fare la voce grossa, con Williams e Jones devastanti. La buona difesa e le magie di Ere consentono più volte il +4, ma è un fuoco di paglia prima che lo scatenato Veremeenko non ricacci indietro la Pepsi al 30’ con il punto del 60-61. Il quarto periodo è un lento trascinarsi verso il baratro. La Pepsi e specialmente jones inizia a tirare solo da tre. È Colussi a prenderci e a firmare 5 punti per l’ultimo vantaggio casertano sul 68-66. Dall’antisportivo a Koszarek in poi è il panzer Kazan a dominare, con ancora Veeremenko che combatte ad armi pari con Williams, alla fine migliore dei suoi, ma con anche i tanti contropiedi dei piccoli che trovano Rizvic pronto a imbucare da sotto. La Juve va col fallo sistematico, ma non serve a molto. Finisce 84-90, impresa ancor più impossibile a Kazan, dove bisognerà vincere di 7 punti.