Ad inizio campionato c'eravamo tutti profondamente sorpresi nel vedere una squadra che, costruita per un campionato tranquillo ma positivo, navigava al primo posto, dopo aver battuto Battipaglia e Palermo. Acquisti azzeccati, giovani protagoniste, bel gioco di squadra fatto di linearità e spirito di sacrificio. Forse illusioni, forse retaggi di un inizio molto positivo che ha alzato notevolmente i piedi da terra. Non bisogna nascondersi dietro un dito, Caserta poteva fare di più in trasferta, non nel senso di poter riuscire a ottenere i due punti, ma nel riuscire a lottare su ambo i lati del campo per 40 minuti. Tratti, segmenti di partita giocati a grande ritmo, con tanta aggressività, prima di precipitare in baratri oscuri in cui a farla da padrone è la frenesia e un gran numero di errori. Forse ad inizio anno, da più parti sembrava univoco il parere che mancasse un leader designato, visto che come spesso è successo, nelle vittorie ci sono state più ragazze in doppia cifra. Portato all'estremizzazione negli ultimi tempi, questo pensiero ha portato ad appesantire il gioco, a forzare le situazioni e ad affidare stabilmente la palla nelle mani delle due Margio e di Minadeo, che sono brave sì, e ci mettono l'anima pure, ma non possono ogni settimana fare lavoro per tutta la squadra. Le altre danno un contributo alterno, ondivago, simile ma non proporzionato al loro minutaggio. Spesso Di Cresce è la migliore delle sue p
er intensità, voglia e soprattutto coraggio, spesso la stessa giocatrice è dimenticata per larghi segmenti di gara in panchina. Nuzzo alterna grandi partite in cui va anche in doppia doppia a partite meno buone in cui la ricerca del suo post basso non è sempre la soluzione migliore. Le stesse tre leader designate, che comunque però hanno 40 minuti (se non sono oberate di falli) a disposizione, hanno bisogno di “accendersi” e di essere messe ritmo per poter diventare dardi avvelenati per gli avversari, ma quando la frustrazione aumenta la loro luce tende a eclissarsi. Un vero peccato. Specie perchè loro dovrebbero essere la chioccia del bel nucleo di giovani, che, seppur a livello di campionato giovanile sta facendo i miracoli, non riesce a ripetersi a livello di B Nazionale, attanagliato dalla grande pressione. Quando le ragazze, che comunque bisogna dirlo, sono state attanagliate da tanti problemi fisici, scendono sul parquet, certe volte a vincere è la paura di sbagliare, quella del volersi nascondere ed evitare le responsabilità. E questo purtroppo è un passo indietro significativo. Caserta ha costruito un bel progetto, è ancora 7^ in classifica e adesso è chiamata al doppio turno casalingo per risalire la china. LE parole di encomio, così come quelle più tristi sono state tante numerose e copiose, ma sappiamo che l'anima di questa squadra è pura e pronta a fare il grande passo. Un passo verso i playoff deciso, verso quel bel gioco semplice e ordinato che ha permesso di fare grande il nome del Gymnasium. Perchè vincere e per ben due volte a Battipaglia non è il punto di arrivo, ma quello ddi partenza per poter essere una mina vagante nella seconda fase e cercare di ribaltare il fattore campo negli scontri playoff.