Che la crisi non poteva essere superata dopo la vittoria contro Benevento, era scontato, ma che questa squadra fosse davvero in un coma vegetativo così profondo, nessuno davvero se lo poteva aspettare. Caserta perde contro Maddaloni la sua quinta gara sulle ultime sei, e come capitato sovente non va oltre i 35 punti segnati. L’attacco non gira e la difesa è un colabrodo. Le giovani ci mettono impegno, sì, ma non può bastare. Anche perchè comunque il loro minutaggio è limitato rispetto a quello delle seniores, che, Bargigli a parte, hanno avuto chances e modo di assaggiare il campo con continuità. L’impressione è che ci sia un qual certa supponenza nelle azioni d’attacco. Si costruiscono tiri da fuori sempre difficili, si ricerca il preziosismo o la bella giocata, c’è una leadership tra le giocatrici dei vari quintetti, ma nessuna leadership di squadra. Più volte, anche nel finale contro Maddaloni, in una situazione dove magari si sarebbero dovuti affrettare i ritmi e magari provarci col fallo sistematico, la palla latitava nelle mani del play per 10-12 palleggi, che tolgono ritmo all’attacco e favoriscono l’avversaria difesa. A questo si aggiunge il rifiuto di tiri aperti dalla media e lunga distanza da parte di chi dovrebbe “trainare la carretta”. Mettiamoci anche buona dose di sfortuna per parecchi tiri “in and out” nell’anello, e questo è il mesto quadretto offerto dalla squadra di Giancarlo Natale, che davvero non riesce a reagire. E ora arriva anche un turno di riposo che, se da un lato servirà a società, staff e squadra per fare un breafing della situazione e ricercare eventuali soluzioni, magari riuscirà solo ad implementare l’aria di tensione e di crisi che serpeggia nell’ambiente. L’anno scorso, senza Anna Guida, con un gruppo composto da sole under 19, più Bargigli e Nuzzo, si sono fatti miracoli e partite davvero meravigliose contro fior fior di squadre che tutte hanno offerto l’onore delle armi a Caserta dopo la vittoria, sofferta e sudata. Essendo lo stesso il sistema di gioco, e partendo da una base giovanile più solida dell’anno passato, ora ci si chiede il perchè, avendo inserito giocatrici di esperienza e di buon livello, il nostro rendimento sia scaduto veramente di molto. Perchè ci sono sconfitte e sconfitte, ma viaggiare nelle ultime gare (escludiamo Benevento che non fa testo) a meno di quaranta punti a partita è un risultato che non può che lanciare l’allarme.Soluzioni in vista non ce ne sono, e dopo la parentesi under 19 del lunedì, tra l’altro in uno scontro decisivo con Battipaglia, si ritornerà in palestra cercando di riazzerare tutto e partire dalle basi. Il basket è un gioco di squadra, che non si vince con il singolo che ti piazza la grande partita. Un campione isolato non ha mai fatto la differenza, e questa squadra quanto a team-work, ne avrebbe da vendere. Il campo parla in maniera diversa, e intanto si rimane in standby come al solito, attendendo una scossa, che speriamo possa arrivare il più presto possibile.