Caserta sprecona, sciupona e incapace di tornare al successo. Qualcosa è successo a questa squadra, un buco nero in cui la truppa di Sacripanti è finita, e sembra senza possibilità di uscita. Sassari ne fa 92 e porta a casa il successo, forse meritato per l’andamento dei 40 minuti, ma che a tre minuti dalla fine sembrava impossibile. Una Juve sorniona, quella dei primi tre quarti, attenta a non far scappare gli avversari, che provano con le triple di un sorprendente De Vecchi a scappare. Un Travis Dienr che mette in ginocchio la difesa casertana con assist ficcanti che smarcano White sugli esterni, e Othello Hunter nel centro del pitturato. Caserta tiene botta, però, grazie alla mastodontica presenza di un Luca Garri commovente per devozione e impegno, e di un solito cuore di capitano di Fabio Di Bella. Gli americani sono in partita, con Bowers che sembra risvegliarsi dal torpore e che nell’are colorata con i suoi classici volteggi trova con continuità il fondo del secchiello, mentre da fuori sembra non trovare mai l’acuto giusto. Jones inizia bene, con buona mano dall’arco, ma si spegne col progressivo incedere dei minuti. Doornekamp è l’unico che dalla panca cambia ritmo, si batte con continuità e tira fuori gli attributi. Poi… Poi arriva l’ultimo periodo, e la Juve che trascinata dalla bomba di Garri e da un lay up di Bowers arriva al 76-83 che a tre minuti fa stare trnquilli i tifosi casertani. Ma se di fronte hai un folletto di nome Travis Diener che di Nba che conta, ne ha masticata parecchia, sarebbe meglio tenere alta la guardia. Fallo e canestro, una tripla da 9 metri e un assist a White. Controsorpasso. La firma sulla gara la mette Vanuzzo con la staffa dai 6,75, mentre Caserta vede Jones e Bowers sparacchiare tiri difficili anche per loro. Così non va, rivedibili alcune scelte di Sacripanti nel finale quando leva un Doornekamp fino ad allora straordinario. Crisi c’è e non lo si può più nascondere. Serve qualcosa di nuovo, e chisà se il passaporto bulgaro tanto agognato cambierà la situazione.