In principio fu Spezzaferri. Poi toccò a Bizzarro. E alla fine si è esattamente rimasti nello stesso punto. Tra i dilettanti. Dopo diciassette stagioni in quarta serie (salvo una parentesi in C2) Caserta e i casertani dovrebbero dire basta. Troppe volte sono stati sedotti e abbandonati. Illusi e delusi nel giro di pochi giorni. Si avrà la forza di ripartire dalla D? I tifosi hanno voltato alle spalle ad una società che di fatto non può ancora essere definita tale perché non c’è. Roviello è indeciso sul da farsi. Verazzo è andato via e Di Stanislao avrebbe collaborato (diciamo così) solo in caso di ripescaggio. Proprio su quest’ultimo punto si potrebbe scrivere un libro. Si è voluto continuare a prendere in giro la gente. Tutti però sapevano che consegnare (ma è stato fatto?) i documenti dieci giorni dopo non avrebbe avuto alcun senso. E’ vero, ci sono società che li hanno consegnati il 25 luglio, altre che non avrebbero potuti iscriversi per i debiti, ma purtroppo la Casertana è sempre la Casertana. Paga colpe probabilmente non sue, ma la realtà, la triste realtà è che il mondo calcistico professionistico è ancora molto lontano. Sparaco ha la possibilità di riprendersi le quote. Ma la domanda è: per farne cosa?! Se ha voluto cedere senza neppure sapere la categoria significa che con il calcio ha chiuso. Per i ‘malati’, per colore che proprio non possono farne a meno, rivedere il pallone in mezzo al campo la domenica pomeriggio sarà già qualcosa. Per chi sognava e pregustava antiche sfide sarà una tortura. La corda ormai si è spezzata; non c’è più la forza di proseguire questo calvario. Meglio proporre alla piazza un progetto serio che possa puntare in alto nel giro di due anni (parole ascoltate in continuazione nelle ultime dieci annate) altrimenti una pausa di riflessione per far schiarire le idee a tutti e smaltire l’ennesima immensa delusione.