Amarezza, tristezza, rammarico, delusione e tanta rabbia. Sono questi gli stati d’animo di Giovanni Pasquariello, direttore sportivo del Marcianise, casertano doc, che per quasi due mesi ha accarezzato il sogno di tornare nella sua città: “E’ stata persa un’occasione straordinaria – ha dichiarato – e questo non è stato capito. Passare dai dilettanti alla Prima Divisione gratuitamente, è un qualcosa di straordinario. Avremmo potuto confrontarci con Verona, Cremonese, Ternana, Taranto, rinverdire i fasti di una volta e Caserta sarebbe tornata in un campionato che meglio si addice alla propria storia. Bizzarro le ha provate tutte ma non ha trovato terreno fertile. Non è compito mio giudicare le colpe, ma vi posso assicurare che ha fatto il possibile. Mi sento ferito, in qualche modo tradito anche da chi aveva promesso e poi si è tirato indietro. Da chi poteva e non ha voluto darci una mano. Bastava poco, un gesto per far capire al presidente che la nostra comunità lo avrebbe supportato. Tutto inutile. Si doveva ripartire da quelle lacrime di Tommaso Petrillo quando annunciammo il trasferimento del titolo nella città della Reggia. Le lacrime di gioia di una persona matura che ama questo sport e che avrebbe continuato a sacrificarsi per il bene del calcio. La parte sana di Caserta sono i tifosi che hanno sempre sostenuto e incitato Bizzarro. Hanno pazientemente atteso le decisioni e civilmente incassato un tremendo dietrofront. Sono queste le positività di un mese molto duro, intenso che si sarebbe potuto trasformare in gioia per il ritorno nel grande calcio. La città non ci ha capito. Adesso restano la lacrime di rassegnazione. Grazie a tutti coloro che hanno creduto nel progetto. Ci abbiamo provato, non ce l’hanno permesso”.