Il fallimento del calcio casertano è l’epilogo di due mesi trascorsi a illudersi e illudere la gente. Le istituzioni hanno snobbato gli appelli di Sparaco e Bizzarro e adesso il Pinto rischia seriamente di rimanere chiuso. Sempre in prima linea, il team manager Tommaso Petrillo depone le armi. E se lo fa un combattente come lui significa che la guerra è persa: “Sono distrutto fisicamente e mentalmente.Gli ultimi sono stati giorni infernali; abbiamo lottato contro persone più forti, abbiamo cercato in ogni modo di risolvere il problema ma evidentemente doveva finire così. Caserta ha perso forse l’ultima chance per tornare nel calcio che conta. Ritrovarsi in C1 dopo quasi vent’anni di interregionale era un regalo da non rifiutare. Sono amareggiato, triste, non ho la forza per tornare a lottare. L’iscrizione alla serie D? Visti i documenti non presentati sarà molto complicato ottenere l’ok dalla Lega. Se però questa cordata sarà fortunata almeno la quarta serie è assicurata”. Ma sulla stessa lunghezza d’onda dei tifosi Petrillo fa capire il proprio dissenso: “Con quali stimoli si ripartirebbe dalla D? Personalmente mi faccio da parte perché sono a pezzi. Non ho la forza per ricominciare. Lascio con profonda tristezza, rabbia e rammarico. Chissà se un giorno l’amata Casertana riuscirà tornare grande”.