Sei anni non si dimenticano. Due promozioni e una salvezza. Due campionati in serie D e cinque tra i professionisti. Numeri alla mano l’era Bizzarro fa rima con successi memorabili e poche delusioni. Arrivò nell’inverno del 2005 con un Marcianise in crisi societaria e tecnica. Salvezza ottenuta senza per la verità faticare troppo. Poi via alla programmazione, alla creazione di quel Real che pochi anni dopo avrebbe riscritto la storia del calcio di Terra di Lavoro. Un trionfo strepitoso quello del 2006: vittoria del campionato interregionale con due giornate di anticipo. Il progetto di Bizzarro stava andando gonfie vele. Con Boccolini in panchina l’avvio in C2 fu strepitoso. Piena zona playoff a fine girone di andata. Poi un calo, l’avvicendamento del tecnico e una permanenza arrivata penando forse troppo. Il gruppo stava maturando ma non era ancora pronto per il grande salto. Tre allenatori cambiati e una salvezza giunta alla 33^ dell’anno successivo facevano capire le difficoltà di adattamento ad un girone complicato come quello meridionale. Ad aggravare la situazione c’era un dato statistico preoccupante: le zero affermazioni lontano da casa. Nel terzo anno la scelta di Giacomarro in panchina non convinceva. L’allenatore siciliano fu sostituito alla vigilia di Natale da Sasà Vullo, altra scelta azzeccatissima del patron. Il siciliano non sbagliò un colpo giocando con uno spregiudicato 4-2-4 che valse il terzo posto in classifica e la vittoria playoff. Poi come spesso accadeva con Bizzarro, bastava un cavillo, una inezia per finire nella lista dei cattivi. Un patto d’onore non rispettato dal numero uno gialloverde costrinse Vullo a salutare lasciando la Prima Divisione a Luca Fusi. I gol di Innocenti, l’organico compatto e l’entusiasmo della matricola fruttarono la permanenza in categoria ottenuta dopo una cavalcata esaltante. Il 2009-2010 è storia recente: Ammirata via dopo quattro ko di fila, il ritorno di Boccolini che tra mille difficoltà e problemi coglie una salvezza che sa tanto di promozione. Un’impresa impossibile fino alla vigilia di Pasqua. La rimonta, il cuore, il gran carattere e l’unità di squadra alla fine fanno la differenza. Ma Bizzarro è stanco: i tifosi, complice una politica del caro-biglietti completamente errata, non affollano più il ‘Progreditur’ e lui si sente solo. La decisione di mollare tutto, di lasciarsi alle spalle anni di successi e divertimento è dettata anche dal padre che non crede più nel progetto e si rifugia negli uffici aziendali lontano da critiche e preghiere di ripensamento. La storia è finita. Con l’addio dei Bizzarro finisce un’era, un lungo sogno e la realtà adesso fa davvero paura. Le colpe? Inutile iniziare la caccia alle streghe. L’importante è salvare il calcio a Marcianise, ma con il suo atteggiamento (svincolerà i calciatori facendo trovare il nulla ad eventuali successori) non aiuterà l’amministrazione comunale.