“Resa vergognosa, prestazione imbarazzante, partita indecorosa”. Dopo la pesante sconfitta di questo pomeriggio a Casarano appare fin troppo facile (e comodo) “sparare sul pianista”: se ognuno di noi avesse qualche “sassolino” nella scarpa conservato da… tempo, sarebbe questo il momento giusto per tirarlo via e lanciarlo contro il protagonista di turno. In questo manzoniano contesto di “caccia all’untore” appare quantomeno fuoriluogo prendere l’incontro del “Capozza” come punto di riferimento dell’intera stagione rossoblù per individuare “colpevoli” a cui addossare le colpe di tutto il campionato. A Casarano abbiamo visto una sola squadra in campo, quella dei padroni di casa: un gruppo forte e compatto per la costruzione del quale sono stati fatti forti investimenti. Ed a questi bisogna aggiungere altri importanti cifre destinate a quello che può essere considerato “l’indotto”. Un impianto piccolo ma funzionale al cento per cento che nel prossimo biennio sarà oggetto di una ulteriore ristrutturazione. Il tutto a spese della società (non del Comune di ventimila abitanti) che gestisce la struttura: la stessa società che ha la proprietà della squadra calcistica. Dall’altro lato un manipolo di giovani con qualche “over” in campo: sul terreno di gioco ben sette elementi in età di Lega in campo. In pratica quello che restava di un organico falcidiato da squalifiche ed infortuni. Ragazzi che hanno provato a lottare contro tutto e contro tutti e che abbiamo visto uscire dal terreno di gioco del “Capozza” con la testa bassa. Il tutto tra insulti, sputi ed offese di qualsiasi genere. Se a quelle casaranesi aggiungiamo anche quelle degli stessi sostenitori casertani “inviperiti” dopo lo 0-5 rimediato in terra salentina, consentiteci di dire che i “conti” non tornano. A questa squadra, all’intero staff tecnico e pure alla società bisogna dire “grazie” per il campionato vissuto sicuramente non senza difficoltà. E non sarà la sconfitta di Casarano a togliere qualcosa alla stagione della Casertana.
(grazie a Massimo Iannitti, sottoscriviamo)