Chatfield ‘transa’, Juve ko in piedi



Chatfield ha salutato la Juvecaserta

Adesso è ufficiale, anche se molti l’avevano capito da diverso tempo: la Juvecaserta ha iniziato una lenta discesa verso il baratro. Già la situazione di classifica non lasciava presagire tempi buoni, poi ci si sono messi anche i problemi societari con Caputo che ha salutato tutti e si è defilato, lasciando al duo Gervasio-Iavazzi tutto l’onere di andare avanti. Una situazione incandescente che ha portato alla decisione di lunedì notte: Chatfield va via. Il giocatore, infortunatosi dopo novanta secondi della sfida di domenica contro Varese (e non rientrato più in campo), ha transato il contratto col club di Pezza delle Noci e non farà più parte del team. L’americano, per onor di cronaca, chiude la sua avventura casertana con una lesione muscolare dell’adduttore della coscia destra (almeno tre settimane di stop) e questi numeri: neanche 10 punti di media a partita, 45% da 2, 26% da 3, 100% dalla lunetta, 2 rimbalzi, 8 di valutazione. La guardia ha accettato l’offerta economica del club (pagamento delle spettanze fin quando ha vestito la canotta juventina, questo trapela dalle indiscrezioni delle ultime ore) e va via. Una scelta rapida che non lascia presagire nulla di buono: se un giocatore accetta, senza perdere tempo, di accettare la transazione, vuol dire che non c’erano più i presupposti per andare avanti con l’accordo. Lasciando stare lo scarso e scarno contributo dato dall’ex capocannoniere del campionato francese, i tifosi farebbero bene a preoccuparsi di come sia stata presa la palla al balzo dell’infortunio per mandarlo via. E non c’è un sostituto in arrivo. Non c’è stato per Nic Wise, non c’è per Eric Chatfield.
Perchè? Semplice, perchè non ci sono i soldi per prendere un altro giocatore e si sta cercando di reperire fondi per chiudere la stagione. Al momento sta passando la linea del “salviamo il salvabile”, che vuole dire “salviamo il titolo sportivo”. Una situazione grottesca e tremenda per una piazza che comincia, seriamente, a vedere i fantasmi del 1998 sempre più vicini. Sì, ora i fantasmi sono veramente vicini perchè la totale impotenza della società a muoversi sul mercato fa capire questo. Adesso si spiega, meglio, anche il comportamento di coach Pino Sacripanti nella vicenda Wise: fermo restando la mossa azzardata di affidarsi ad un giocatore non al meglio fisicamente, è chiaro che il coach ha tenuto l’ex Arizona fin quando ha potuto ben sapendo che non avrebbe avuto un sostituto. Sì, perchè Chase aveva già accettato l’offerta di Caserta ed aspettava solo l’ok per prendere il primo aereo per l’Italia. Ok che non è arrivato ed, a questo punto, è difficilmente pronosticabile che arrivi visto che il club non ha dato il via all’operazione. Senza Wise e senza Chatfield, con Michelori in fortissimo dubbio per domenica, la partita contro la Virtus sembra destinata ad essere una via crucis. E c’è chi pensa a criticare Sacripanti reo di non aver costruito un roster all’altezza e di non saper guidare la sua stessa macchina: forse vedendo tutto quello che sta succedendo, già due giocatori via e chissà che non arrivino altre defezioni, si capiscono meglio determinate scelte fatte in sede di campagna acquisti, fermo restando che i due americani hanno ampiamente deluso tutti sul parquet. E’ veramente difficile capire come si possa uscire dalla crisi totale in cui versa il club: nelle prossime ore è previsto un incontro importante, una nuova riunione per cercare di tenere accesa la fiammella della speranza. Una speranza che, ormai, viene sempre più meno col passare delle ore visto che Gervasio e Iavazzi sembrano essere stati abbandonati al loro destino. Non si muove praticamente nulla, Caputo ha salutato ed ora restano loro due al comando di una nave che imbarca acqua ‘giorno dopo giorno’ prendendo le sembianze del Titanic. I tifosi, ormai sfiduciati, sembrano solo aspettare che venga staccata la spina al malato bianconero anche se, oggettivamente, l’ipotesi di non finire la stagione non è ancora vicina. ‘Salvare il salvabile’, come detto in precedenza, sembra essere la strada intrapresa: una sorta di prendere tempo per aspettare che qualcosa si smuova. Ma cosa? Con questa situazione diventa dura pensare che si possa proseguire. Gervasio e Iavazzi da soli, la squadra che perde i pezzi mentre chi resta comincia, seriamente, a pensare che si debba cambiare aria. Un momento talmente duro che trovare qualcosa a cui appigliarsi diventa una chimera.




error: Content is protected !!
P